La storia del Gruppo Prada, con i suoi “timonieri” Miuccia e Patrizio Bertelli, è l’esempio di un successo perseguito e raggiunto nel tempo con impegno e tenacia, idee e competenze, sacrifici e investimenti, mentalità vincente e spirito competitivoÈ un mostro di umanità, come il Frankenstein creato da Mary Shelley, con tutte le sue debolezze e imperfezioni, e con un disperato bisogno di amore, l’uomo immaginato da Prada per il prossimo inverno. Se la sfilata – tra ambientazione lugubre e colonna sonora con brani come ‘Tainted love’ di Marilyn Manson o presi in prestito da cult come ‘Rocky horror picture show’ e ‘La famiglia Addams’ – rispecchia in modo ironico l’immaginario dei film horror trash, il punto di partenza è romantico “nell’attenzione all’umanità della vita delle persone, anche le più neglette – dice Miuccia Prada – di fronte alle grandi difficoltà di oggi”. La partenza dello show è cruda, severa, ma poi in quella che Miuccia Prada chiama scherzosamente la parte più “demente” della collezione, esplode il caos: e sono “zainetti ridicoli, pieni di tutto e di più, di uno che si porta il mondo sulle spalle”, spalle di peluche in colori accesi sui pullover a trecce, charms ironici, orecchie di pelo sui cappelli.
Giusi Lo Bianco
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