Catania Street art. Un’esposizione a cielo aperto di alcune tra le opere più grandi d’Europa.


Sarà capitato a molti di passeggiare per le vie di Catania ritrovandosi di colpo al cospetto di qualche opera di street Art. Ormai diventate da qualche decennio soggetto di scatti social o patrimonio cittadino tanto da organizzare tour tematici, queste pachidermiche opere d’arte stanno prendendo sempre di più piede nel tessuto cittadino. La cosa non ci deve turbare, anzi, da quando l’urban art si è slegata dal semplice graffitismo degli anni ’80, le bombolette spray sono diventate simbolo della lotta politico-sociale rivolta alla celebrazione del tessuto urbano e rivalutazione ( come nel caso di alcuni quartieri ) territoriale. 

Catania ha accolto di buon grado la street art. Il più grande esempio sono gli 8 silos granari di cemento,  visibilissimi dalla SS 114 Orientale Sicula per chi costeggia il porto limitrofo. I silos sono del 1964 e rivolti verso il mare non hanno mai attirato l’attenzione di nessuno, anzi per meglio dire sono sempre stati di grande intralcio alla bellissima visuale che si staglia dietro di loro, eppure dalla realizzazione dell’opera, definita, appunto, “il più grande sguardo sul mare” sono diventati un simbolico segno di accoglienza rivolto a tutti i popoli del mare. La gigantesca opera, annoverata tra i murales più grandi d’Europa, è stata realizzata dall’artista portoghese Alexander Farto, in arte Vhils, e misura mt30x64, quasi 2000 metri quadrati. Il murales rappresenta il volto di un uomo rivolto a oriente nell’atto di osservare l’orizzonte, simbolo di accoglienza verso tutti i popoli del mare alla ricerca di rifugio. Una sorta di attento scrutatore dell’immenso che con il suo benevolo sguardo tende la mano verso luoghi come la Grecia, Cipro, la Turchia, l’Egitto, la Siria,  Giordania, Israele, il Libano. 

Ma questa non è l’unica grande opera a cielo aperto. Ricordiamo anche i murales di Salvo Ligama che ha realizzato il “Bacio” di Hayez nel quartiere di San Berillo o il “Poseidone” a San Giovanni Licuti. 

I murales di Corso Indipendenza, realizzati nel 2013 per sensibilizzare la sicurezza stradale. Dovremmo citare anche l’enorme murales dell’artista Blu, alto quasi 30 metri in una palazzina di Via Moncada nel quartiere Librino. E che dire di Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo di Antonio Barbagallo e il  Peppino Impastato di Vincenzo Magno, da cui tutti possiamo trarre ispirazione percorrendo la circonvallazione.

Insomma, Catania è anche una capitale artistica ed è evidente come la street art stia diventando qualcosa di più di una semplice forma d’espressione irriverente, dissacrante della società per diventare uno strumento utile per la città e i suoi abitanti.

Danilo De Luca

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