La Sicilia è un un’isola piena di meraviglie, tra storia, arte e cultura. A completare il quadro si aggiungono miti e leggende che fanno parlare tanto dell’isola e di tutte le sue storie collegate a diversi luoghi sparsi nelle varie province. Una delle storie del territorio, sicuramente da approfondire, è il mito di Tifeo o Tifone: il gigante che, secondo la mitologia greca, sarebbe il responsabile delle eruzioni dell’Etna; colui che regge con le sue proprie membra l’intera isola.
Figlio di Gea, madre terra, e Tartaro, personificazione degli inferi, Tifeo sarebbe stato condotto dalla madre ad intraprendere una lotta contro Zeus per vendicare i suoi figli, i Titani, dal potente Re degli dei. Tanti sono stati i combattimenti tra i due, dall’Oriente fino ad arrivare in Siria e nell’Asia Minore. Tifeo, in una delle lotte, avrebbe strappato l’arma dalle mani di Zeus e gli avrebbe tagliato i tendini dei piedi e delle mani.
Ritrovati i tendini e rianimato da Ermes e Pan, Zeus tornò all’Olimpo pronto per ricominciare gli scontri; intanto, Tifeo veniva nutrito dalle Moire con frutti destinati ai mortali. Fu così che, a poco a poco, Tifeo perse le forze e Zeus ne approfittò provocandogli profondi danni. Tifeo scappò in Sicilia, Zeus lo seguì e lo imprigionò per sempre sotto l’Etna.
Da qui derivano le rappresentazioni dedicate a Tifeo imprigionato: in posizione supina, le mani sono rivolte a sinistra verso Pachino, a destra verso Peloro; i suoi piedi sono uniti su Lilibeo, mentre la testa sarebbe proprio sotto la montagna, dalla cui bocca sembrerebbero uscire le fiamme, nonché le eruzioni dell’Etna.
La rappresentazione di Tifeo sembra una crocifissione, ma con matrice del tutto ellenica. La sua avventura con Zeus è stata trattata anche da autori classici come Esiodo che, nella sua Teogonia, riprende in versi alcuni momenti dello scontro. Il mito di Tifeo, recentemente, è stato ripreso anche dal fantasy “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo”, per ricordare il mito antico, ma tutt’ora attuale.
Giulia Manciagli
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