Siciliani cattivi lettori


I dati del report “Produzione e lettura di libri in Italia”, eseguito dall’Istat qualche giorno fa, parlano chiaro. Meno libri negli scaffali delle librerie per dare spazio al digitale, pochi lettori che raramente arrivano a collezionare tre libri in un anno e sette siciliani su dieci che non si ricordano il titolo dell’ultimo romanzo, l’Isola si troverebbe quindi all’ultimo posto della classifica dei lettori.

I siciliani sono i peggiori lettori d’Italia. Lo studio condotto dall’Istat riporta che circa quattro milioni di siciliani non hanno aperto un libro nel 2021, se non per motivi di studio o professionali. Chi si salva è solo il 27,4 per cento, contro la media delle altre regioni italiane che stanno in al 40,8 per cento. Tirando le somme possiamo dire che la rosa dei lettori siciliani è costituita da poco più di un milione di abitanti e in Sicilia siamo 5 milioni. 

La colpa forse è anche degli e-book che stanno prendono sempre più piede, tra i lettori più assidui una buona percentuale lo ha fatto esclusivamente di fronte uno schermo. «Leggere un e-book è sempre meglio che non leggere, ma la lettura su carta attiva un altro tipo di meccanismo tattile, ricettivo e anche mnemonico, consentendo di ricordare molto più a lungo ciò che si legge», racconta la scrittrice Nadia Terranova.

Per quanto riguarda i gusti, la narrativa resta sempre la colonna portante lasciandosi alle spalle saggistica e  letture tematiche, c’è da dire che tra i titoli più venduti spiccano anche quelli dedicati ad argomenti specifici come il camminare e l’ambiente. 

Il report delinea anche il profilo del tipico lettore siciliano.  Vive in città, è laureato, non frequenta la biblioteca, è incuriosito da e-book e audiolibri, è a sua volta figlio di lettori ed è spesso donna.La concentrazione di lettori ruota più a Palermo che a Catania, ancora meno nell’entroterra. 

Un ruolo fondamentale che gioca nella lettura è l’educazione sia familiare che scolastica, crescere in un ambiente favorevole alla lettura è già un grande passo avanti, soprattutto se a leggere è la madre. Al contrario se in famiglia non si legge spetta alla scuola avvicinare ai libri. 

Eppure nell’Isola la crisi della lettura non è un caso. Siamo alprimo posto in Italia per numero di analfabeti, un siciliano su cinque abbandona gli studi, in 300mila non sanno né leggere né scrivere o ci riescono a stento. In un quadro così desolante non può sorprendere il record negativo dei lettori. Cosa fare allora ? Invertire il trend negativo è possibile, a patto che non ci si accomodi sull’immobilismo. Le librerie e le case editrici si devono attrezzare, mettendo in campo un piano di resistenza per intercettare nuovi lettori. La sopravvivenza del cartaceo passa anche dalla capacità di adeguarsi ai nuovi tempi, familiarizzando con le piattaforme digitali, e di dialogare con i giovani. Si dovrebbe incrementare l’educazione alla lettura, soprattutto nel circuito scolastico, mediante laboratori e incontri, momenti dedicati alla cultura del libro e al suo giusto uso. 

Danilo De Luca

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