PALCOSCENICO – BUONO COME IL PANE… DANIELE LANDO


(Rubrica a cura di Valeria Barbagallo)

Oggi, trentasettenne, proprietario e responsabile di produzione in quello che era il panificio di famiglia, ha manifestato da sempre l’indole fortemente organizzativa ed imprenditoriale. Un giovane artista, Daniele, cresciuto di  pane, musica e bel canto e tanto teatro. Daniele, infatti, ha cominciato lo studio del pianoforte a soli nove anni, seguito dal grande maestro catanese Francesco Guardalobene.

Una voce baritonale di tutto rispetto e la costanza che l’ha sempre contraddistinto gli fa approfondire lo studio del canto lirico raggiungendo ottimi risultati. E così da pianista accompagnatore di formazioni corali, passa alle partecipazioni di varie esemble  vocali. L’incontro con la recitazione, ci racconta Daniele, avviene per caso con la brava regista Rosanna Cottone, da li a breve, verrà letteralmente rapito dall’affascinante mondo del palcoscenico, partecipando a vari laboratori che l’hanno portato ad essere protagonista di varie opere teatrali, dalla commedia siciliana, al teatro sperimentale con “Tnutro”, al musical e al doppiaggio, al teatro antico, sino all’ultima esperienza, quella dell’opera La zia di Carlo regia di Rosa Lao.

I registi che ho conosciuto mi hanno tutti permesso di portare in scena personaggi “vivi”, originali, fuori dal comune; il linguaggio che ho dovuto interpretare è stato sempre intenso, realistico, emozionante, anche se spesso sostenuto da una leggerezza di fondo che non ha mai tolto valore al racconto stesso, ma ha aggiunto, a parer mio, vita e calore. Nel corso della lunga chiacchierata Daniele Lando di certo non si risparmia: con sincerità parla non solo delle soddisfazioni ma anche delle delusioni, delle tante difficoltà, dei no che è necessario dire per poter compiere determinate scelte.

Vuole fare quel teatro di qualità che vorrebbe vedere, lui che non aspetta fermo che le cose accadono ma fa quel che può per farle accadere, un’inesauribile voglia di mettersi in gioco, di provare ad aprire nuove porte a nuovi linguaggi, emozioni. A me piace il teatro vivo, attivo, che ci muova e ci commuova; il teatro è un mezzo potente per aprirci la testa, per togliere i pregiudizi, ci costringe a uno sguardo interiore intimo.

In Tnutro così come in altri spettacoli, devo confessarvi, che mi sono sentito molto tutelato, forse perché sono stato sostenuto e supportato da gruppi straordinari; e sono riuscito a fare emergere quella parte poetica e “folle” di me, che ha aggiunto sicuramente valore agli spettacoli. C’è stato un grande lavoro di analisi, di creazione ma anche di sottrazione; per rendere migliore i miei personaggi, ma anche per rendere la storia vitale, vera, palpitante. Ho sempre pensato che nella recitazione sia molto importante dare importanza alla parola; ho visto che c’è una tendenza nel teatro contemporaneo che spinge ad un teatro di movimento, fare cose; io vorrei invece che la parola sia azione.

Ed è per questo che vorrei creare un mio linguaggio, magari mescolando logica e istinto, testa e cuore. Quest’estate ho interpretato Apollo in Alcesti di Euripide, sono grato per lo spazio che mi hanno concesso e la fiducia accordatami; recitare in un teatro importante, in un teatro antico, lascia senza fiato, mi reputo per questo molto fortunato. Adesso forse è arrivato il momento di spiccare il volo. E così ringraziamo per la grande disponibilità Daniele Lando, imprenditore e attore tenace, umile. Lo lasciamo con la consapevolezza che bisogna fare per poter esserci, ognuno di noi è alla ricerca di una propria Itaca. Ad uno come lui, buono come il pane, gli auguriamo un lungo viaggio nel meraviglioso mondo dell’arte.

Calogero Matina kalos

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