SANT’AITUZZA: TRA ORDINE E DELINQUENZA


Che la festa di Sant’Agata, patrona di Catania e terza festa religiosa più importante al mondo, sia portata avanti tra fedeli onesti e fedeli criminali non è più un segreto.

Questo 6 febbraio per problemi di sicurezza è stata annullata la famosa salita di San Giuliano, momento più eclatante ed atteso di tutta la festa.

Troppi devoti in mezzo ai cordoni, troppi minorenni, eccessivamente rischioso. Una festa religiosa non può andare contro le regole di sicurezza e la vita degli stessi devoti. Ad impedire la salita è stato il capo-vara Claudio Consoli appoggiato da Monsignor Barbaro Scionti, parroco della Cattedrale. Così la vara è stata bloccata ai Quattro Canti alle 9.30, i devoti si sono rifiutati di alleggerire i cordoni e far allontanare i minorenni. Alle 10.00 Sant’Agata con i suoi “devoti” è rientrata in Duomo.

“Preghiera di riparazione perché quello che è avvenuto è molto grave. I devoti non sono ostaggio di nessuno, i devoti sono per Sant’Agata. Cari delinquenti, perché di questo si tratta, siete soli ed isolati. Adesso fate silenzio perché dobbiamo pregare”.

Queste le dure parole di Monsignor Scionti rivolte ai fedeli prima che la vara rientrasse in Duomo.

Il triste episodio ha portato il Dipartimento di Pubblica Sicurezza a disporre di una scorta armata per il parroco ed il capo-vara Consoli. La scorta viene usata solo in casi in cui le persone sono espressamente minacciate dalla criminalità organizzata. L’incolumità di Scionti e Consoli potrebbe quindi essere a rischio a causa delle infiltrazioni mafiose in una delle feste religiose più importanti del mondo.

La festa di Sant’Agata è un momento in cui Catania apre una finestra sul mondo. Stupisce come sia possibile mostrare uno spaccato di sicilianità che rappresenti tutto ciò che possediamo di negativo. C’è tanto di buono e bello da fare vedere, se solo i siciliani stessi lo capissero…

Laura Ciancio

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