“Aretè, abitare le rovine”: presentazione dei lavori finali


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Si è tenuta oggi, 18 ottobre 2014, la presentazione, nonché la consegna alle amministrazioni, dei lavori finali  del workshop  internazionale ‘Aretè, abitare le rovine’, sviluppatosi dal 14 al 21 settembre. La confacente location, quale la sala conferenze del Castello Ursino di Catania, ha ospitato stamane questo incontro, organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione Architetti Catania, e componenti delle amministrazioni comunali etnee, tra i quali lo stesso Sindaco di Catania Enzo Bianco e l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo.

Proprio il Sindaco, in merito ai lavori inerenti il quartiere catanese di San Berillo, si è espresso molto positivamente affermando: “Ho anche apprezzato il modello di urbanistica a sfondo sociale che consente di rimodulare, o come dicono gli architetti ‘riabilitare’, scorci antichi che sono la memoria della città. Un recupero dell’esistente in grado di salvaguardare chi ci abita o chi volesse scegliere di abitarvi o di lavorare”.

Altrettanto articolati ed interessanti sono stati tutti i progetti, presentati tramite tavole e plastici di studio esplicativi, ai quali hanno lavorato 6 gruppi eterogenei, tra professionisti e studenti locali e internazionali di architetti, artisti, ingegneri e designer, e che hanno guardato in modo contestualizzato diversi temi e diverse località quali: il Teatro Bellini di Acireale, il quartiere San Berillo di Catania, il complesso ecclesiastico di Santa Maria La Vetere di Militello Val di Catania, la dismessa galleria FF.SS. di Acireale, l’Ex campo Polo di Giarre e l’Eremo del rifugio di Caltagirone.

Trattasi, in maniera diversificata ma concettualmente comune, di porzioni di agglomerati (vedi il quartiere San Berillo), infrastrutture e architetture che per il loro stato di degrado, obsolescenza e/o abbandono possono ora esser lette come cesure, limiti del contesto in cui si attestano; e per le quali è una responsabilità forte della comunità riuscire a trovare piani di recupero e riuso intelligenti e funzionali. Appare quindi molto lodevole lo sforzo e la passione con la quale quest’iniziativa, che si spera avrà ulteriori seguiti, si è prestata a dare un primo forte input nell’ambito della necessaria rigenerazione delle risorse già esistenti nel nostro territorio.

Valeria Rita Torrisi

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